Dedico questo scritto alla memoria di Sergio Perego, valente giornalista padernese che ci ha lasciati all’età di 72 anni il 24 maggio 2020, vittima di Covid-19. Egli conosceva, amava e promuoveva il territorio, sempre molto attento a divulgare le notizie utili alla cittadinanza.
Ovunque egli sia, sono convinto che avrà sempre nel cuore il suo Paderno e la Valle dell’Adda e sono certo che illuminerà i nostri governanti e amministratori affinché possano fare le giuste scelte a favore del territorio. Grazie Sergio.
Da circa trecento anni si erge silenziosa nella profonda Valle dell’Adda, quasi una sentinella che veglia sull’entrata del fiume nella spettacolare e selvaggia forra, affinché nessun viandante oltrepassi questa pericolosa soglia. Anche oggi, dopo aver perso la sua funzione religiosa, aspira a diventare custode delle vicende storiche che si sono susseguite nei secoli su questo territorio e, in particolare, i soggiorni di Leonardo da Vinci che proprio qui trasse l’ispirazione per alcune sue opere artistiche e per il suo ardito progetto per rendere navigabile l’Adda.
Costruito presumibilmente nella prima metà del XVIII secolo ad opera di privati cittadini, identificati soprattutto nei proprietari dei numerosi mulini che costeggiavano l’Adda in questo territorio, l’Oratorio di Sant’Ambrogio, così chiamato alla sua erezione, era ubicato di fianco alla roggia molinara che muoveva i palmenti di numerosi mulini ed era il luogo preferito dai contadini che, in attesa che arrivasse il proprio turno per il ritiro dei sacchi di farina, affidavano ai Santi le loro preoccupazioni presenti e future ed anche, inginocchiati sulla soglia d’entrata con il cappello stretto al petto in segno di devota riverenza, ringraziavano per il beneficio ottenuto, che avrebbe permesso alle loro famiglie numerose di sfamarsi per il prossimo lungo inverno.
Una nota di cronaca: nella seconda metà del secolo successivo fu aperta, sulla Strada dei Mulini, poco prima che sbucasse sull’alzaia, un’osteria gestita da un Vigevano. Quindi i clienti dei mulini, oltre che dire le loro preghiere davanti alla chiesetta, rivolgevano le loro attenzioni anche all’oste, sorseggiando deliziosi bicchieri di vino nell’attesa del carico. La Strada dei Mulini ebbe così una seconda denominazione: “la Riva del Vigeven”, molto più distensiva della prima.
L’interno dell’Oratorio è a forma rettangolare, semplice e disadorno, alla destra dell’entrata un’acquasantiera in pietra scura, qualche panca sempre in pietra scura e, nel presbiterio, leggermente rialzato rispetto al pavimento della navata, un’apertura sulla destra conduce alla piccola sacrestia. Un tempo, sopra l’altare anch’esso in pietra scura e legno, dominava una pala dipinta su pioppo, risalente alla metà del XVI secolo e rappresentante una “Pietà con i santi Ambrogio e Gerolamo”, opera di Giovanni Ambrogio Della Torre.
Nella seconda metà del 1700, durante la dominazione austriaca in Lombardia, inizia la costruzione del Naviglio di Paderno, il piccolo Oratorio viene così a trovarsi al suo incile e viene frequentato dalle centinaia di prestatori d’opera impiegati nei lavori. L’11 ottobre 1777 il nuovo Naviglio viene inaugurato alla presenza dell’Arciduca Ferdinando d’Asburgo che transitando con l’imbarcazione davanti alla chiesa, le rende omaggio alzando il braccio destro e girando il capo nella sua direzione. Così facevano tutti i barcaioli che solcando le acque del Naviglio in questo punto toglievano il cappello e lo premevano sul petto in segno di devozione.
Nel 1789 l’ingegnere comasco Pietro Nosetti, progettista finale del Naviglio di Paderno, richiese la celebrazione quotidiana della messa nella piccola chiesa, a beneficio della gente che navigava lungo il corso dell’Adda.
Nel 1795 l’Oratorio riceve la visita pastorale dell’Arcivescovo di Milano Filippo Maria Visconti (1721-1801), il quale lascia una nota che invita a collocare un Crocefisso scolpito e all’interno della chiesa tra l’altare e i fedeli: “Crux ponatur inter aram, et populum, a qua pendeat Sancts.ma Christi immago velo rubro coperta”.
Verso la metà del 1800 la chiesa ha urgente bisogno di interventi conservativi visti i danni causati dalla forte umidità del luogo. Si procede quindi alle necessarie riparazioni, installando anche sul tetto che sovrasta la facciata un campanile a vela ad una sola luce che ospita una piccola campana, mossa per mezzo di una fune. Da una recente ispezione effettuata da Fiorenzo Mandelli, Cavaliere della Repubblica e custode del Santuario di Santa Maria della Rocchetta, è stato rilevato che sulla campana è incisa la scritta: “*AVE*MARIA*GRATIA*PLENA*DOMINUS*TECUM*” e l’anno 1850.
A lavori terminati si è deciso anche di cambiare la titolazione, dedicando l’oratorio alla Beata Vergine Maria Addolorata, tracciando sulla facciata, in semicerchio, la dicitura latina “BEATAE VIRGINI MARIAE DOLENTI”.
Negli atti della visita pastorale del cardinale Andrea Carlo Ferrari (1850-1921) nel 1897 si ha la prima descrizione della pala d’altare, dove in formulario si ordinava la presenza di dipinti, statue e oggetti preziosi all’interno dell’Oratorio: “Per palla d’altare vi è, a mio giudizio, un quadro di buon pennello rappresentante nel mezzo la B.V. Addolorata che tiene sulle ginocchia il Cristo morto ed ai lati S. Gerolamo e S. Ambrogio. L’anno della pittura non si trova per quanto l’autore vi abbia posto il nome con queste parole: Jo. Ambrosii De Turre opus”.
L’ultima testimonianza riguarda l’Arcivescovo di Milano Ildefonso Schuster (1880-1954), il quale dopo la visita pastorale nel 1934 alla parrocchia di Paderno scrisse al parroco invitandolo “a provvedere alle urgenti riparazioni di cui necessita l’Oratorio del Naviglio, anche per la maggior conservazione della bella tavola del sec. XV”. Dopo questo periodo la chiesa cadde nell’oblio.
Quindi, lungo un breve tratto del Naviglio di Paderno vengono a trovarsi la chiesa dedicata a Maria Annunciata (la Rocchetta) e quella di Maria Addolorata: l’inizio e la fine della vita del Salvatore. Il solenne tripudio di quest’ultima veniva celebrato il 15 di settembre, con grande concorso di popolo, soprattutto di madri di famiglia. Da una testimonianza raccolta, pare le celebrazioni siano continuate, sebbene in tono minore e all’esterno, date le pessime condizioni dell’immobile, fino agli anni Ottanta del Novecento.
In questo periodo, la provvidenziale ricerca da parte dell’associazione culturale Habitat di Paderno d’Adda, rivolta alla stesura di un volume sulla storia del paese, permise di individuare l’antica pala d’altare all’interno della chiesetta e di fare le opportune segnalazioni per la salvaguardia del dipinto, viste le pessime condizioni in cui versava. Alla conclusione delle annose ricerche per stabilire la proprietà dell’immobile e del suo contenuto, dopo aver interpellato numerosi enti, risultò che il tutto era nella disponibilità del Demanio, quindi la proprietà della pala d’altare venne attribuita alla Pinacoteca di Brera.
Nel 1993 il quadro venne riposto nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Paderno d’Adda, in attesa dei dovuti restauri che furono eseguiti tra il 1996 e il 1998. Causa gli sbalzi termici dovuti al riscaldamento della chiesa durante le funzioni, il dipinto subì un ulteriore grave degrado. Con l’interessamento dell’Amministrazione Comunale di Paderno e della Pinacoteca di Brera, la Fondazione “La Venaria Reale”, Centro di Conservazione e Restauro d’avanguardia italiano, si rende disponibile per un nuovo restauro.
Tra il 2015 e il 2016 il restauro viene effettuato da Francesca Bianco, laureanda in Conservazione e restauro dei Beni Culturali, grazie alla convenzione tra l’Università di Torino e “La Venaria Reale”.
Nel 2017, dopo questo riuscitissimo intervento, l’opera, con cornice in legno marmorizzato e custodita in una teca climatizzata, ritorna di nuovo nella chiesa Parrocchiale di Paderno. La felice collocazione mette in risalto tutto lo splendore di questo dipinto, unito ad altre meravigliose opere d’arte contenute in questo Tempio, tra le quali: quadri antichi ricchi di significati, opere cesellate in argento di straordinaria finezza, circa 2mila reliquie e perfino il corpo di un Santo custodito in una teca di vetro e argento cesellato, fanno della Chiesa di Santa Maria Assunta un luogo dove fedeli e visitatori potranno assaporare l’ineffabile emozione di fronte a cotanta bellezza.
Ritorniamo alla nostra vetusta e malmessa chiesetta, che viene privata delle liturgie religiose e presa in carico dal Parco Adda Nord, il quale il 22 giugno 2008, dopo importanti restauri, la apre al pubblico come punto di riferimento dedicato a Leonardo da Vinci. All’interno viene allestita una mostra permanente con le copie delle due versioni de “La Vergine delle rocce” e i pannelli che esplicano le particolarità delle due opere, specificatamente mettendo in risalto lo sfondo del dipinto che immortala i “tre corni”, tre grandi massi di ceppo che spuntano dall’alveo dell’Adda e che sono ancora visibili a poca distanza da qui.
Sopra l’altare dov’era collocata la pala, è stata dipinta a sanguigna e terra, dall’artista Luigi Galbiati (1958) di Cassano d’Adda, una scena che ritrae Leonardo alla corte del duca di Milano Ludovico il Moro, mentre nella parte bassa sulla destra, sotto al ritratto giovanile di Leonardo, si può leggere una frase filosofica scritta dal Maestro: “l’acqua che tocchi de’ fiumi è l’ultima di quella che andò, e la prima di quella che viene, così il tempo presente”.
Da citare anche la visita nel 2011 dell’attore francese Philippe Leroy (1930) durante la lavorazione del docufilm “Leonardo chi?”, un’opera che rappresenta il pensiero di Leonardo attraverso i suoi lavori svolti in Lombardia. Qui in riva all’Adda, dietro la chiesetta, in uno spettacolare scenario di acqua e roccia l’attore ha raccontato alcuni episodi della vita del Genio. La prima assoluta del film fu data in una sala all’interno del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano.
L’intervento dell’uomo in questi ultimi secoli ha modificato il paesaggio in questo luogo: costruendo il naviglio con la relativa diga, demolendo i mulini per far posto alla casa del custode della diga e la costruzione del ponte in ferro San Michele; tuttavia la piccola chiesa ha acquisito ancora più fascino rimanendo in posizione elevata sul lembo di terra che divide il fiume dal Naviglio.
Visto che sulla direttrice delle tre chiese qui nominate se ne incontra una quarta dedicata alla “Madre di Dio e a Santa Elisabetta” (Chiesetta degli Alpini), sarebbe fantastico promuovere un pellegrinaggio Mariano nel territorio di Paderno d’Adda che tocchi le quattro chiese, denominandolo “Via Misericordiosa Mariana, il giro delle quattro Chiese”, (Annunciazione, Deposizione, Visitazione, Assunzione).
Un percorso di pochi chilometri immerso in un contesto di rara bellezza, nel quale i fedeli troverebbero giovamento nello spirito e nel corpo. Un turismo religioso dunque, che contribuirebbe ad espandere la conoscenza di questo stupendo tratto del medio corso dell’Adda.
Guido Stucchi
Bibliografia
Habitat-Centro di iniziative culturali, Paderno d’Adda, storie di acqua e di uomini”, Paderno d’Adda (LC), 1989 (fonte anche iconografica per le immagini a corredo di questo articolo);
Bianco Francesca, Tesi di Laurea Magistrale: “Il restauro della “Pietà tra i santi Ambrogio e Girolamo” di Giovanni Ambrogio Della Torre, riscoperto artista del Rinascimento lombardo. Riflessione sull’utilizzo e sul comportamento nel tempo di materiali di comune impiego nelle contemporanee pratiche di restauro. Università degli Studi di Torino, A.A. 2014-2015.
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L’Ecomuseo “Adda di Leonardo” ringazia Guido Stucchi per l’innamorata competenza in cui indaga, divulga e risalta i beni materiali e immateriali del nostro territorio. Per questo portale, l’autore ha già firmato i seguenti contributi:
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L’ex oratorio dell’Addolorata è aperto per le visite guidate grazie all’impegno di Fiorenzo Mandelli.
Per informazioni: 338 2800822.
Esposizione molto interessante e completa, da cui traspare l’amore dell’autore per queste terre. Ringrazio per la dedica a mio marito Sergio Perego.
Cordiali saluti
Marinella Corno
Riferisco volentieri il suo commento all’autore, Guido Stucchi, e la ringrazio. Non ho avuto il piacere di conoscere Sergio Perego personalmente, ma ero presente all’inaugurazione della mostra a lui dedicata e sono rimasta commossa e colpita dalla sua storia. Un caro saluto, Tiziana Pirola
Grazie Signora Marinella per le sue belle parole sul mio scritto.
Ho avuto l’onore di conoscere suo marito Sergio in diverse occasioni e subito siamo entrati in sintonia per il comune amore verso il nostro territorio.
Il Suo ricordo sarà sempre presente in questi luoghi e ci aiuterà a difenderne la magnifica bellezza.
Con affetto,
Guido Stucchi
Quanta storia persa è possibile riscoprire grazie all’amore che diverse persone hanno dedicato alla nostra terra. Risalendo dalla Centrale Bertini fino alla Chiesetta dell’Addolorata abbiamo avuto modo di vedere il degrado e l’incuria fatta oggetto dall’uomo moderno.Grazie a questo racconto sono sicuro che la prossima volta che ritorneremo qui avremo modo di apprezzare questi luoghi stupendi ricchi di tanta storia e tanto lavoro
Grazie per il suo commento ^^ In questo periodo il paesaggio appare un po’ desolante per l’asciutta del canale di alimentazione della centrale, ma in primavera tornerà a fiorire. E ci auguriamo che anche il naviglio di Paderno possa presto ritornare al suo antico splendore.
Ho letto su alcuni giornali che al volontario Fiorenzo gli è stata data una Benemerenza dall’amministrazione comunale di Paderno d’Adda perché sta *dando dignità, onore e lustro alla chiesetta dell’Addolorata*. Sarebbe corretto menzionare e vedere aggiornato in questa pagina il momento della premiazione con il sindaco e la motivazione, visto che Fiorenzo Mandelli è anche Cavaliere della Repubblica. Cosa ne pensate?
Buongiorno, i nostri articoli vogliono essere degli approfondimenti sui beni culturali del territorio, e il nostro obiettivo è che siano slegati dall’attualità.