Il pennello del pittore Vanni Rossi, i calcoli dell’ing. arch. Giovanni Maggi, l’operosa devozione del parroco don Giulio Ambrosiani, la generosità munifica dei coniugi Guido e Pia Rossi: questi i protagonisti di un mirabile progetto artistico, compiuto proprio durante i tragici anni della Seconda guerra mondiale. Nella chiesa di Porto d’Adda, un ciclo di affreschi dà corpo e volto alle storie dell’Antico e del Nuovo testamento: è la “Cappella Sistina” del medio Adda, dove le figure eseguite riportano i lineamenti dei parrocchiani portuensi. Ci accompagna alla lettura di questa opera grandiosa Guido Stucchi, cultore di storia locale e cittadino benemerito di Cornate d’Adda, insignito dell’Airone d’Oro 2019.
Dedicata a San Giuseppe, la chiesa parrocchiale di Porto d’Adda è stata edificata tra il 1919 ed il 1937, prendendo il posto di una precedente piccola chiesa consacrata nel 1877, ormai insufficiente e poco sicura. Progettista finale dell’edificio fu l’ing. arch. Giovanni Maggi, coadiuvato dall’arch. Oreste Scanavini, progettista anche del campanile, eretto tra il 1922 e il 1925. L’opera è stata costruita con mattoni, prodotti e cotti sul posto e con il ceppo dell’Adda, pietra tipica cavata sulle sponde del nostro fiume. L’interno è ad una sola navata e disposto a croce latina.
Parroco di allora era don Giulio Ambrosiani (1875-1945) che fra grandi sacrifici e difficoltà riuscì ad acquistare altro terreno ed a costruire questa nuova chiesa, pezzo per pezzo, in circa vent’anni. Finalmente vide realizzato il suo desiderio: il 14 febbraio 1937 la chiesa fu consacrata dal Cardinale Arcivescovo di Milano Alfredo Ildefonso Schuster (1880-1954). Con altri sacrifici e con l’aiuto dei suoi parrocchiani don Giulio la arredò in modo sobrio, ma le pareti interne e il soffitto rimasero disadorni.
Altare maggiore, Crocifissione La volta centrale
La provvidenza, invocata tante volte da don Giulio, non rimase indifferente: i munifici coniugi Guido e Pia Rossi, proprietari di una bella villa estiva sul territorio di Porto, si prestarono, a loro spese, a far affrescare dal pittore bergamasco Vanni Rossi (1894-1973), omonimo ma non parente, l’intero interno del tempio. I lavori iniziarono nella primavera del 1940 e terminarono nel settembre del 1945, quindi durante tutto il periodo del secondo conflitto mondiale. Don Giulio vide finalmente compiuta la Sua opera. Tre mesi dopo, la vigilia di Natale del 1945 e dopo 38 anni di ininterrotta cura delle anime dei portuensi, egli spirò serenamente, in odore di santità. La Sua chiesa, nostro patrimonio culturale, oggi è meta di molti visitatori che ammirano con emozione e commozione la grandiosità degli affreschi.
Fra i tanti illustri visitatori, spicca la figura di Monsignor Angelo Giuseppe Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII (1881-1963). Grande estimatore e amico del pittore Rossi, in più occasioni si soffermò a contemplare l’intera opera. Ciò che più colpisce il visitatore appena messo piede all’interno è la maestosità delle grandi figure dipinte di tipo giottesco, in movimento e dai colori vivaci che rapiscono chi li guarda e ci si sente completamente attorniati dai protagonisti delle scene e quasi partecipi nelle stesse. L’artista Vanni Rossi che ha eseguito l’intera serie di affreschi è stato coadiuvato nei lavori dal pittore Mario Clerici. L’opera rappresenta i fatti dell’Antico e del Nuovo Testamento.
La curiosa particolarità di questo capolavoro è data dal fatto che l’artista ha voluto immortalare nei volti dei personaggi parenti, amici, personalità e, soprattutto, i semplici abitanti di Porto. Inteneriscono i 33 piccoli angeli che fanno da corona al grande cerchio della volta centrale, rappresentante la glorificazione della Chiesa trionfante alla SS. Trinità: non sono i tipici angioletti biondi e riccioluti, ma hanno le fattezze di tutti i bambini che allora frequentavano l’asilo infantile. Nella rappresentazione della “Città Santa” insieme a personaggi molto noti, si possono notare alcuni abitanti del paese che il pittore riteneva amici perché lo aiutavano nel lavoro quotidiano ed anche perché gli erano vicini per soddisfare i bisogni di tutti i giorni: il muratore, il parroco, il sagrestano, il fabbriciere, la panettiera, la fedele custode della villa dei coniugi Rossi i quali, naturalmente, sono partecipi in questa scena e in calce alla quale un cartiglio mette in evidenza la loro generosità.
Altare di San Giuseppe, la Sacra Famiglia Il Natale oggi e nei secoli, padre Giuseppe Maritano celebra la Messa di Natale
L’affresco che decora l’altare di San Giuseppe e che “parla” della vita del Santo, completato con i membri della Sacra Famiglia, trasmette, a prima vista, una dolce e armoniosa serenità, ma entrando nel significato di quanto rappresentato e scorgendo sguardi e atteggiamenti dei personaggi si intuisce una struggente verità. Non può non commuovere, nella rappresentazione del “Natale oggi e nei secoli”, la solenne figura di padre Giuseppe Maritano (1915-1992), giovane missionario del PIME, mandato nel giugno del 1944 alla parrocchia di Porto in aiuto del parroco ammalato. Egli resterà a fianco di don Giulio fino alla sua morte, gli impartirà l’estrema unzione e raccoglierà le sue ultime parole: “Domani è Natale, celebrerò le tre Messe in Paradiso”. Padre Maritano, partito missionario in Brasile, verrà poi consacrato Vescovo di Macapà. Vanni Rossi colpito da un gravissimo lutto familiare non ha voluto gridare al mondo il suo dolore, ma nel silenzio e nella preghiera si è inginocchiato ai piedi della croce contemplando il Cristo morente. Nella pala dell’Altare Maggiore, rappresentante la crocifissione, ha voluto dare a San Giovanni le sue sembianze, uniti nella stessa straziante sofferenza.
Mirabile è la rappresentazione del Giudizio Universale dove, tra i dannati destinati agli inferi, troviamo insieme a gente comune anche alcuni protagonisti descritti da Dante nella “Divina Commedia”, ma ciò che più attira l’attenzione sono le figure dei dittatori Mussolini e Hitler che, in atteggiamenti diversi, il pittore ha voluto condannare con ardito coraggio.
Mentre, tra i risorgenti che dalle tombe aperte ascendono verso il Paradiso e guardano, sbigottiti di tanta luce, il Salvatore, possiamo ammirare la bella e commovente figura di un giovane che, unico nella moltitudine dei beati, guarda fisso verso il visitatore: è il figlio del pittore, Adriano Rossi, morto di tifo nel 1944 a soli diciassette anni e che il padre ha voluto immortalare in quest’opera per l’Eternità del Paradiso.
Adriano Rossi, il figlio del pittore Vanni Adolf Hitler
A quel tempo il figlio maggiore, Silvano Rossi, partito per la guerra, fu fatto prigioniero e internato in un campo militare in Germania. Dopo anni di angosciosi silenzi egli tornò. Il padre, appena saputa la notizia, corse ad informare don Giulio, quindi andò in chiesa e si inginocchiò a pregare il Signore e lo ringraziò per la salvezza del figlio. Ma questo fatto importante doveva essere immortalato per i posteri nei cicli degli affreschi. Come non poteva il Rossi scegliere la scena della Natività, pensando ad una rinascita del figlio? Prese colori e pennelli e in un angolo di questa rappresentazione espresse tutto il suo conforto: “Oggi, 22 agosto 1945, dopo due anni di prigionia militare in Germania è ritornato sano in famiglia mio figlio Silvano. Sia lodato Gesù Cristo”.
Ai lati della bussola del portone della chiesa, affrescati sulla controfacciata, i visitatori in uscita potranno notare due grandi figure rappresentanti San Benedetto e Santa Scolastica, avulsi dal contesto dei fatti raccontati. I due Santi gemelli sono i fondatori dell’Ordine Monastico Benedettino al quale apparteneva anche il cardinale Ildefonso Schuster: il parroco don Giulio ha voluto così rendere omaggio al prelato per essere stato sostenitore e benefattore per la fase conclusiva della costruzione della chiesa.
Guido Stucchi
Si ringrazia Linda Stucchi per le immagini a corredo.
Bibliografia
MAGNI Maria, I Grandi Affreschi di Vanni Rossi nella Chiesa Parrocchiale di Porto d’Adda, Cornate d’Adda (MB), Parrocchia San Giuseppe Porto d’Adda, 2002
GALLO Federico, Breve Storia della Parrocchia di S. Giuseppe in Porto d’Adda, Cornate d’Adda (MB), Parrocchia San Giuseppe Porto d’Adda, 1998
In argomento, per approfondire:
Articolo a cura della ProLoco di Cornate d’Adda
Intervista a Tiziano Rossi, figlio del pittore Vanni
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