Promossa dalla Pro Loco di Cornate d’Adda e patrocinata dall’Ecomuseo Adda di Leonardo, l’opera del cornatese Filippo Mauri Suggestioni dantesche. I richiami alla Divina Commedia nel Giudizio Universale di Vanni Rossi a Porto d’Adda (2021) è due volte nutriente per l’interpretazione del Medio Adda: argomenta uno di più snodi per un possibile itinerario dantesco nella valle fluviale; mette inoltre in meritata luce il ciclo pittorico del Rossi nella locale chiesa di San Giuseppe. Proponiamo qui in versione integrale il testo a firma di Cristian Bonomi, referente scientifico dell’Ecomuseo, pubblicato a introduzione dell’opera.
I dialetti dell’Adda sono tanto sapienti da impiegare i termini gram (cattivo) e ladìn (veloce), che la Commedia adotta nelle forme gramo (misero) e latino (facile)1. Abbreviando il latino domina (padrona), Alighieri prosegue l’uso stilnovista di nominare donna l’amata: i nostri vernacoli non sono meno galanti, se chiamano la moglie dòna o dóna anziché fémina o fomna, sgraziati titoli di area veneta e bresciana. Questi echi non bastano ad accertare una tradizione dantesca sulle rive del medio Adda ma ambientano localmente la vasta fortuna della Commedia in Italia. L’orazione di San Bernardo alla Madonna (Paradiso XXXIII, vv. 1-39) si legge in cenno presso il Santuario carmelitano della Divina Maternità a Concesa di Trezzo sull’Adda: «Virgini matri», scolpisce il secentesco architrave, alla Vergine madre. Il Sentiero dantesco, inaugurato a Imbersago nel 2021, rievoca sul territorio i passi più celebri della Commedia. Tra le due visite gli affreschi di Vanni Rossi, nella Chiesa di San Giuseppe a Porto d’Adda, triangolano le suggestioni dantesche lungo il fiume proprio grazie a questo volume, di cui l’Ecomuseo «Adda di Leonardo» ringrazia l’autore Filippo Mauri e la promotrice Pro Loco di Cornate d’Adda.
G. Milanesi, Veduta del Santuario carmelitano di Concesa, 1936 Imbersago, logo del sentiero “In viaggio con Dante”
Nel 1488 Bettino Uliciani da Trezzo pubblica a Milano, presso Antonio Zarotto, un poema in 10 canti: la Letilogia, il discorso della Morte2. L’arte del verso è alchemica: trasforma il lamento in danza, fa qualcosa di bello del male che ci viene fatto. Così Bettino mette in poesia la pestilenza sofferta in Lombardia nel biennio 1485-86. Malgrado l’adozione della quartina rimata ABBA, l’opera impiega l’endecasillabo in argomento edificante, didascalico e spirituale; proprio come la Commedia. Gaspare Santi, «caro mio cusino et preceptore / poeta novo a Trezo et oratore» (Letilogia VIII, vv. 1034-35), introduce l’autore a queste competenze, letterarie e dantesche. A Milano la Biblioteca Trivulziana conserva due carmi latini a firma di costui, in lode di Simone Barberio e del nuovo vescovo di Como (cod. 751, c. 76r). A Bergamo la Biblioteca del Clero di Sant’Alessandro in Colonna custodisce invece una grammatica latina in 64 fogli (ms. 31)3: le note in calce accertano il manoscritto steso entro il 1399 e adottato, sulla metà del Quattrocento, dalla scuola che Gaspare Santi tiene nel ricetto del borgo di Trezzo. In parentela tra loro, sia gli Uliciani sia i Santi (noti per le proprietà di Villa Paradiso) conseguono il notariato: non è improbabile che l’esercizio della poesia sia concentrico a quello della grammatica e della latinità, allora essenziali alla formazione di un notaio.
Trezzo sull’Adda – Veduta del castello dal ponte della strada che da Capriate conduce a Brembate Villa Paradiso – Veduta aerea di Villa Paradiso, a sinistra la cascina (ora demolita) a destra la villa dei Gesuiti
Salvo il rischio critico di omonimie, eredi di Gaspare sono Modesto e Leonforte Santi, che triangolano il loro patrimonio tra Trezzo, Paradiso (oggi località di Cornate d’Adda) e la parrocchia milanese di San Giovanni alle Quattro Facce (poi aggregata a San Fedele). Qui, dove già riposa il fratello Leonforte, Modesto stabilisce la propria sepoltura con testamento del 28 luglio 15204. Il testatore garantisce il sostentamento della cognata, purché mantenga abiti vedovili e allevi in casa Santi i propri 10 figli. Modesto provvede inoltre il decoro di un altare istituito a Paradiso e devolve un legato alla Scuola di Santa Maria de Crino in Trezzo. Il testamento Santi è tema sentito anche alla Rocca Cusani di Trezzo (poi Cascina Rocca), per via dell’alleanza tra le due famiglie, tanto assidua che il discendente Leonforte Santi si imparenta con i Cusani5. Sulla seconda metà del Cinquecento costui tiene a Paradiso le vaste proprietà di cui viene confiscato per l’assassinio di un Figini, perpetrato con un’archibugiata. Nel Quattrocento la scuola Santi al ricetto e lo studio notarile Uliciani al Castel vecchio, nel Cinquecento il Paradiso Santi di Cornate e la Rocca Cusani di Trezzo restano luoghi affratellati dal colloquio matrimoniale e patrimoniale tra queste famiglie. Uliciani, Santi e Cusani intrecciano una ghirlanda di saperi cui non è estranea la cultura poetica. Costoro frequentano infatti studi più letteraria che contabili.
Il villaggio operaio di Crespi d’Adda (Collezione privata)
Dai Crespi, ottocenteschi fondatori dell’omonimo villaggio operaio lungo l’Adda, ci aspetteremmo una formazione finanziaria e non umanistica. Eppure, circostanze diverse attestano anche in loro una dimestichezza poetica, specie con la Commedia. Dopo l’ictus sofferto nel giugno 1906, Cristoforo Benigno Crespi non conserva ricordo dei fatti quotidiani ma recita a memoria alcuni canti del poema dantesco imparati in gioventù6. La più tenace ambizione dell’erede Silvio Benigno è guidare la grande industria secondo «intelletto d’amore», offrendo con mano paterna i diritti che gli operai pretenderebbe altrimenti coi pugni chiusi e lo sciopero. L’imprenditore riprende questa felice espressione dal Purgatorio (XXIV, v. 51) e dalla Vita Nova (XIX) dell’Alighieri. Persino sui banchi della Camera dei Deputati, Silvio Benigno cita la Divina Commedia circa il migliore termine da assegnare agli automobilisti: «Non bisogna dire “chauffeur” […]. “Conducente” è parola adoperata nell’Ottimo Commento alla Divina Commedia, il quale fa testo di lingua»7. Nell’agosto 1910 Silvio Benigno accompagna i figli in viaggio verso Rimini e gli preme che sostino presso la tomba di Dante a Ravenna e la casa di Petrarca ad Arquà8.
Sotto il segno di Dante: da Concesa a Imbersago, da Porto d’Adda a Crespi si misura la suscettività letteraria di un territorio, dove i calcoli idroelettrici degli ingegneri convivono con le parole alate dei poeti.
Cristian Bonomi
Referente scientifico
Ecomuseo «Adda di Leonardo»
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1C. Bonomi, Dialetto, il sapere galante, in «La Città di Trezzo sull’Adda – Notizie», 2021, marzo.
2Id., Bettino Uliciani, in Dizionario Biografico degli Italiani, 2020 (97).
3Ringrazio della segnalazione l’arch. Gabriele Perlini, di cui questo portale ospita alcuni contributi.
4ASMi, Atti dei notai, not. Nicolò Andrei, cart. 8207; cfr. C. Bonomi, Lo stupore dipinto, in AA.VV., Una fiaccola nella notte – Il Campanile e la Chiesa Prepositurale di Trezzo sull’Adda, Missaglia 2020.
5R. Beretta, Cornate d’Adda. Note di Storia, Carate Brianza 1953, on-line <circulturaledonberetta.it>.
6L. Cortesi (a cura di), Una vita, Benigno Crespi jr. si racconta. Infanzia e adolescenza, 1895-1914, Bellavite 2016.
7C. Bonomi e G. Ravasio (a cura di), L’uomo, il politico, l’imprenditore Silvio Benigno Crespi, Tessere memoria 2018.
8Cortesi, op. cit.