Proseguendo la rassegna esordita con l’articolo sulle torri di Colnago e Busnago, lo storico Luigi Minuti ci guida alla scoperta del castello di Bellusco: al confine col territorio ecomuseale ma in antico colloquio con i comuni dell’Adda. Costruito da Martino da Corte nel 1467 per scopi puramente residenziali su resti di un maniero del X secolo, l’edificio seppe tuttavia resistere nel 1631 all’assedio di duecento soldati spagnoli a servizio del governatore di Milano Gomez Suarez, duca de Feria, grazie alle sue alte mura e al profondo fossato.
Prima di entrare in Bellusco, percorrendo la strada che da Trezzo sull’Adda conduce a Vimercate, attratti dalla vista di una solitaria torre antica, facciamo sosta nel borgo medioevale di Camuzzago, annesso nel 1759 a Bellusco. Vi troviamo una splendida chiesa romanica (della quale la torre fungeva forse da primordiale campanile), ed apprendiamo in breve la sua storia affascinante grazie ad una efficace cartellonistica, che troveremo replicata in Bellusco sul fronte di ogni edificio, segno di un buon governo delle proprie memorie storico culturali e orgoglio di esibirle e di viverle.
Bellusco fraz. Camuzzago – Complesso Cavalieri del Santo Sepolcro e chiesa di S. Maria Maddalena (XII secolo)
La chiesa, costruita nel 1152, come attesta l’iscrizione nella lunetta sopra l’ingresso: “Anno 1152 sacra haec aedes constructa a monachis s. sepulchri successi temporis transit in iura monachorum s. Bernedicti” è al presente sconsacrata ed utilizzata quale auditorium civico. Da sempre dedicata a S. Maria Maddalena, era annessa ad un convento di frati del Santo Sepolcro, i quali erano specificatamente incaricati di assistere i pellegrini diretti verso la Terra Santa. Il convento godette di notevole fama per tutto il Medioevo, divenendo uno tra i più fiorenti della regione. Nel 1478 vi subentrarono i Monaci benedettini che vi rimasero fino alla soppressione del 1773.
La chiesa, nel XVI secolo presentava già la struttura attuale ma era priva di buona parte degli arredi e degli accessori aggiunti successivamente, negli ultimi anni di apertura al culto continuò ad essere utilizzata dall’Ordine dei Cavalieri di Malta per le cerimonie di investitura dei nuovi adepti che oggi si svolgono nella loro nuova sede di Milano, la chiesa di S. Maria della Pace, in via S. Barnaba.
I Monaci benedettini, subentrati ai Cavalieri del Santo Sepolcro, al crepuscolo di Casa Sforza, commissionarono ad uno dei più importanti artisti del tempo, Bernardino Butinone (1450-1510) da Treviglio, un raffinato ciclo pittorico dedicato alla legenda di S. Maria Maddalena, eseguendo il quale egli ha lasciato una testimonianza preziosa dei suoi ultimi anni di attività (dopo quest’ultimo impegno si farà frate francescano riformato al Convento di S. Maria Annunciata in Treviglio) ed un impegnativo disegno iconografico. Il Butinone è autore con Bernardo Zenale (architetto del Duomo di Milano) del trittico di S. Martino a Treviglio, ritenuta unanimemente l’opera più importante del primo Rinascimento lombardo.
Avente un orientamento dell’asse maggiore secondo la simbolica direttrice est-ovest, la chiesa della Maddalena presenta una pianta rettangolare a tre navate, divise a loro volta in quattro campate con volte a crociera. La navata centrale termina nel presbiterio voltato a botte. La bella tavola cinquecentesca con la deposizione di Cristo nel Sepolcro con S. Maddalena che un tempo la ornava è ora conservata nei depositi della Pinacoteca di Brera a Milano. La ricca decorazione interna è stata recentemente oggetto di un accurato restauro che ci consente oggi di ammirare gli affreschi nella loro bellezza ed eleganza.
Bellusco – Palazzo del Municipio ‘adagiato’ nel piazzale Kennedy – foto di Maurizio Ferrandi
Imbocchiamo il bel vialetto antistante il medioevale complesso e giunti alla strada già percorsa all’arrivo, entriamo nell’abitato di Bellusco, dove per prima cosa ammiriamo il contesto del Municipio, adagiato su una piazza che idealmente richiama l’agorà, in antico il luogo delle assemblee pubbliche, con tanto di gradoni idonei per gli spettacoli e la socializzazione, sulle pareti del palazzo, gli stemmi delle contrade a che tutti sentano proprio l’edificio della comunità.
A pochi passi dal Comune, finalmente, troviamo il castello (almeno ciò che ne resta e che non è poco), fatto costruire al centro del paese (snodo tra la Brianza e la Martesana) nel 1467 da un benestante signore del luogo, Martino da Corte, deputato della Fabbrica del Duomo di Milano. Alla morte di Martino, nel 1490, il castello passò in eredità al figlio Ambrogio, personalità di grande rilievo nella vita politica del Ducato di Milano, che lo completò. Fedele servitore di Ludovico il Moro, Ambrogio da Corte ricoprì la carica di maestro di casa e di cerimonie del Duca, oltre che tesoriere delle sostanze di Beatrice d’Este, consorte di quest’ultimo.
Il “solerte e industrioso” Ambrogio, come lo stesso Duca ama definirlo in una missiva, era uomo integerrimo e poco accomodante; di lui le fonti hanno tramandato un ritratto complesso, dove spiccano, da un lato, doti come la fedeltà, la precisione e la diplomazia, dall’altro la sua proverbiale indole collerica per cui era temuto e rispettato. Ambrogio da Corte è ricordato soprattutto per il suo ruolo di mediatore nella grande impresa che vide la realizzazione della piazza di Vigevano, egli curò i vari aspetti riguardanti le operazioni di demolizione degli edifici occupanti l’area destinata alla stessa.
Bellusco – Castello Da Corte, edificato nel 1467 su un preesistente edificio del X secolo – Foto M. Ferrandi
Nel 1494 Ambrogio Da Corte fu designato alla prestigiosa carica di Amministratore generale del sale, coronando così la sua brillante carriera. A lui si deve il grande impulso dato al cantiere del castello di Bellusco, territorio in cui si concentrava una buona parte dei suoi beni. Unitosi in matrimonio a donna Bartolomea de Cagnolis ebbe da lei tre figli: Gerolamo, Lucia e Giovanni Paolo. Ambrogio da Corte morì il 24 aprile 1501, lasciando i suoi possedimenti in eredità al figlio Gerolamo. Il singolare castello di Bellusco, si presenta come una residenza castellata tardo gotica costruito non a scopi di difesa e tanto meno di offesa, ma, come è scritto su una epigrafe scolpita su marmo bianco all’ingresso: “M” e “A” e più sotto: “Laude a Dio Martin da Corte ha fatto/non a offension di persona alcuna/solo a riparo de ogni suo disfacto 1467”.
Bellusco – Castello Da Corte, avamposto d’ingresso con tracce dell’antico ponte levatoio – Foto M. Ferrandi
L’edificio, a forma trapezoidale, con le addizioni di una torre angolare e dell’avancorpo centrale d’ingresso con ponte levatoio, tuttora ben leggibili, è elevato su quattro piani con piano interrato; murature in elevazione aperta all’ingresso con arco a tutto sesto e a sesto acuto verso la corte interna dove sono evidenti altre quattro arcate simili, murate. La struttura portante è costituita da murature perimetrali miste in pietre, ciottoli e mattoni pieni di laterizio, mentre le murature interne sono in mattoni pieni di laterizio.
Dalla corte sono evidenti le tracce di arcate a sesto acuto in ambienti voltati in muratura, tipiche di una residenza autosufficiente con la presenza di forno, torchio e pozzo, ed una grande cantina sotterranea; i solai sono su travatura lignea e analoga copertura supporta il tetto a falde articolate, anche a padiglione coperto da manto a coppi di laterizio.
Bellusco – Castello Da Corte, dettaglio
All’interno, di rilievo è la Sala della Fama, localizzata all’estremità occidentale dell’ala nord, alla quale si accede tramite un percorso ad androne che diparte dal cortile centrale. La sala è a pianta quadrangolare priva di regolarità, tornata a doppia altezza dopo la rimozione di un interposto solaio che, dimezzandone l’altezza, ha occultato per lungo tempo la volta. Il recente restauro ha salvaguardato il duplice apparato decorativo a fresco, il più antico dei quali, databile agli ultimi decenni del XV secolo, è alle pareti dove sono rappresentati i tre stemmi della famiglia Da Corte; risale alla prima metà del XVI secolo la decorazione della volta, con la rappresentazione della Fama composta entro figure a grottesche.
L’origine del Castello dovrebbe essere antecedente al 1467, data scolpita nella lapide murata sulla facciata del torrione d’ingresso e probabile riferimento all’intervento promosso dal nobile Martino Da Corte, attuato verosimilmente sull’impianto di un più antico fortilizio. La casata ebbe in uso il luogo per poco più di un secolo, quando la proprietà passò ai Calchi. Con ulteriore avvicendamento, il castello fu acquisito dai marchesi Carcano di Bregnano, una delle principali famiglie nobili milanesi con beni nel Comasco, in Brianza, in Martesana ed in Geradadda, che ne mantenne la titolarità attraverso intere generazioni sino all’inizio del XIX secolo, dimorando saltuariamente nel maniero sistemato secondo canoni architettonici di residenza di delizia con giardino.
Milano – Famedio del Cimitero Monumentale, monumento dei marchesi Carcano ideato dall’Ing. Cesare Nava
Vi fu, invero, un momento di aspra contesa del maniero, quando alla morte di Alessandro Carcano, nel 1601, i figli Cesare, Ambrogio, Lorenzo e Donato ereditarono il patrimonio di famiglia, in quel momento gravato da cause pendenti con l’erario, contese giudiziarie e debiti per oltre 64.000 lire imperiali. Fu per questo che nel 1603 il castello venne alienato alla Regia Camera di Milano e assegnato ai fratelli Giulio e Francesco Vimercati, il cui padre vantava una garanzia nei confronti di Alessandro Carcano, stipulata al momento della compravendita dei beni di Muggiò e di Burago.
La vertenza ebbe una svolta nell’agosto dello stesso anno 1603, quando il cancelliere Antonio Rainaldi impose ai nobili Vimercati di lasciare il castello, tornato così nelle disponibilità dei Carcano che, nel frattempo, avevano risanato in gran parte la pesante situazione debitoria con la vendita di altri beni di famiglia, tra cui il gran “pallacio” di Milano. Il castello fu risistemato da Cesare, il maggiore dei fratelli, che vi dimorò “in un clima lussurioso e festaiolo”. Il poderoso maniero fu sottoposto nel 1631 all’assedio di duecento soldati spagnoli a servizio del governatore di Milano Gomez Suarez, duca de Feria. Il vano assalto al castello, protetto da alte mura e cinto dal fossato, si concluse col saccheggio del borgo e la devastazione della chiesa di San Martino.
Bellusco – Castello Da Corte, dettaglio
Nel 1817 il castello fu venduto dagli eredi Carcano al nobile Giuseppe de Capitani Vimercati e, con la morte di quest’ultimo, nel 1836 fu aggiudicato al marchese Gaetano Perego. Da quel momento, il tormentato destino del castello fu segnato da una serie di frammentazioni in singole unità abitative. Nel 1894 il castello divenne proprietà del marchese Marco Cornaggia Medici in seguito al matrimonio con l’ultima erede della famiglia Perego che, a partire dall’anno successivo, promosse una serie di trasformazioni e di modifiche che coinvolsero pesantemente gli ampi saloni decorati del piano terreno, rimasti a doppia altezza almeno sino al 1895 e ridimensionati con la realizzazione di un piano ammezzato all’inizio del XX secolo.
Luigi Minuti
lminuti@libero.it
Bellusco – Castello Da Corte, interno della torre
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Cordialmente,
Livia Alessandrini
Salve, chiedo scusa per la mancanza di risposta ma il commento è finito erroneamente nello spam. I loghi delle pagine social sono gestiti da un plugin che dobbiamo ancora capire come sistemare per la lettura da dispositivi mobili. Ci spiace per l’inconveniente!