Palazzo Arcivescovile, il “rudun” e la parrocchia di San Bartolomeo, dove nel 1789 si rinvenne la stele di Lazara “donna di onorevole rango” (VI sec.). Tra fiume Adda e naviglio Martesana, Groppello è un piccolo borgo dalla grande storia; comune autonomo fino al 1869 e da allora aggregato a quello di Cassano d’Adda.
La domesticazione dell’Adda e, verso Milano, il quattrocentesco naviglio Martesana annodano a Groppello un’economia d’acqua e di terra: i diritti sul canale sono tanto decisivi quanto quelli terrieri, del resto qui entrambi tenuti dagli arcivescovi milanesi, che eleggono il borgo a loro villeggiatura autunnale. Comune autonomo fino al 1969 e oggi aggregato a Cassano d’Adda (negli stessi mesi anche la vicina Concesa diventa frazione di Trezzo sull’Adda), l’insediamento sorge in età antica, se al 523 data l’epigrafe marmorea di Lazara «donna di onorevole rango», rinvenuta nell’ex-parrocchia durante i restauri del 1789. Trascritta erroneamente da Antonio Francesco Frisi e Luigi Biraghi, la stele testimonia la secolare vicenda di Groppello. La sua più esatta lettura risale tuttavia ad anni recenti, quando il prof. Alessandro Colombo contribuisce alla corretta interpretazione in «Una lapide del VI secolo – Il più antico documento storico della Comunità di Groppello».
A condurre il colloquio tra la terra e l’acqua, tra Groppello e l’Adda, sono figure intermedie: barcaioli sul Martesana, campari che ne estraggano le acque irrigue, pescatori e lavandaie. Il locale lavatoio affaccia sul naviglio, poco a valle della noria detta «rudun»: termine che designa dialettalmente anche l’abitante di Groppello. La ruota ad acqua consentiva di estrarre dal canale Martesana quote idriche senza compromettere la portata indispensabile ai barconi che percorrevano il naviglio. Voluto dal card. Federico Borromeo nel 1618, il dispositivo estraeva dal naviglio l’acqua che una canalina in cotto a valle del ponte conduceva al vicino palazzo arcivescovile: ne dissetava orti e giardini, oltre a servirne le cucine. La noria alimentava inoltre due abbeveratoi per il bestiame, siti l’uno nella piazzetta attigua al canale, l’altro sulla piazza del borgo.
I restauri del 1989 hanno riportato in efficienza la noria, che solleva l’acqua al livello dell’abitato, benché non serva più l’irrigazione agricola. Rinnovata nel 2009, l’opera di manutenzione interviene contro l’usurante umidità, di cui soffre la struttura. La cura dei Groppellesi per il «rudun» conferma il nodo d’acqua che storicamente li lega a questa terra. Se il cognome Motta è oggi tra i più radicati del borgo, Groppello presta il proprio nome a un’antica e nobile dinastia: quella dei da Groppello, in cui si annovera Tomaso, vicario di Bernabò e di Galeazzo Visconti.
Cristian Bonomi
Bibliografia
E. Bricchetti, Guida al Naviglio Piccolo de Martesana, 1998;
A. Colombo, Una lapide del VI secolo – Il più antico documento storico della Comunità di Groppello (ringrazio l’autore per le condivise note di storia locale);
Groppello d’Adda ed alcune date storiche (omaggio al Parroco don Luigi Pennati che lascia la parrocchia e a don Carlo Comotti nuovo Pastore, s.d.), ringrazio Gemma Riva per la segnalazione;
P. Pilotti, Groppello d’Adda, sette volume in cofanetto, 2005.